Come sono fatti i cosmetici?
Vi siete mai chiesti cosa contengono i prodotti cosmetici che acquistiamo, quali benefici hanno per la nostra pelle o se addirittura possono risultare nocivi?
Vi siete mai ritrovati a verificare i loro ingredienti come fate con le etichette degli alimenti?
Se la risposta è si, questo dimostra che state diventando delle consumatrici molto più attente, anche nel settore beauty. Attenzione che vi aiutera anche per evitare il greenwashing, ovvero una tecnica di marketing usata da alcuni brand che si dichiarano eco-friendly ma che in realtà non lo sono.
Di seguito vi mostrerò una piccola e semplice guida su come imparare a leggere le etichette dei nostri cosmetici, per essere sempre più consapevoli dei propri acquisti.
Guida all’INCI
L’INCI (International Nomenclature for Cosmetic Ingredients), l’elenco degli ingredienti lo trovi sulle etichette o sul packaging esterno di tutti i prodotti cosmetici, dato che è obbligatorio per legge. Gli ingredienti sono catalogati in ordine decrescente, dall’ingrediente contenuto in percentuale maggiore a quello in percentuale minore e sotto la soglia dell’1% possono essere indicati in ordine casuale.
Una delle regole più semplici da ricordare è che se il nome è in latino, sono di origine naturale e non hanno subito trasformazioni chimiche. Se a fianco del nome troviamo un asterisco* significa che quell’ingrediente proviene da agricoltura biologica. Mentre quelli indicati in inglese sono sostanze che sono state sottoposte ad alterazioni chimiche ma che non significa siano nocivi, come ad esempio l’estrazione della materia prima per una sua maggiore efficacia.
Inoltre un cosmetico è composto anche da additivi (non tutti sono chimici ma esistono anche di origine vegetale) che servono per legare insieme tutti gli ingredienti come i tensioattivi.
Ancora è possibile trovare nell’inci delle nostre creme i conservanti che consento ai prodotti una conservazione più sicura e duratura una volta aperto.
Come riconoscere un buon INCI
La prima regola è che gli ingredienti pubblicizzati sul packaging siano ai primi posti. Altro esempio è la presenza di molti nomi in latino che attestano che sono di origine vegetale e la mancanza o la presenza tra gli ultimi di termini con suffissi in –one e –xane (siliconi); o in –ben e –bene (parabeni).
Un buon prodotto cosmetico non deve contenere:
- Paraffina, PEG e PPG, Petrolatum ,Oli Minerali.
- Inquinanti come MEA, MIPA, TEA.
- Allergizzanti usati come conservanti: Triclosan e Imidazolidinyl urea, DMDM Hydantoin, Methylisothiazolinone e Methylchloroisothiazolinone.
- Siliconi come Amodimethicone, Dimethicone, Poliquaternium-80.
E se hai un dubbio su alcuni componenti è possibile consultare il Biodizionario, un vero e proprio vocabolorio on-line in cui sono catalogati oltre 4000 ingredienti.
È uno strumento molto facile da usare, funziona come un motore di ricerca dove è possibile inserire il nome dell’ingrediente (cosmetico e/o alimentare) da analizzare e fare una ricerca singola o multipla delle sostanze e leggere il risultato!
Il giudizio viene espresso attraverso una “simbologia a semaforo”:
- Due pallini verdi indicano che l’ingrediente è Certamente innocuo.
- Un solo pallino verde indicano che il componente è ammissibile.
- Due pallini gialli è da verificare (è possibile rivolgersi al forum interno al sito per maggiori chiarimenti).
- Un pallino rosso è dannoso e se ne sconsiglia l’utilizzo.
- Due pallini rossi è una sostanza di cui se ne sconsiglia l’utilizzo.
Inoltre, anche le sostanze di origine animale (quindi non vegan) hanno una valutazione di doppio semaforo rosso in quanto eticamente non tollerabile.